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Cannucce, dagli inizi fino ai giorni nostri!

Gli inizi


Le prime prove dell’esistenza della cannuccia ci conducono all’incirca nel 3000 A.C. e al popolo Sumero. Si associa l’invenzione della prima cannuccia al popolo dei Sumeri perché grazie a questo strumento “innovativo” era più facile e comodo bere una sorta di loro birra fatta fermentare in grossi recipienti, poiché con la cannuccia si evitava di bere quei pezzi di residui solidi che si formavano sul fondo dal sapore amaro e sgradevole.

Non si sa con esattezza quale fu il materiale della prima cannuccia utilizzata ma si può con certezza affermare che fu ideata e realizzata con materiali naturali. Steli di alcune graminacee è la principale risposta ma potevano essere anche di bamboo o di paglia, di sicuro una scelta ecologica dei tempi.


La “Moderna” cannuccia


Ma a chi si può attribuire l’invenzione della “moderna” cannuccia?





La risposta è Marvin Stone, un operaio di una fabbrica che produceva i bocchini di carta all’interno dei quali veniva inserito il tabacco per la produzione delle sigarette.

Era solito bere il suo Mint Julep con la cannuccia fatta di segale, ma il sapore rilasciato non era di suo gradimento, così cominciò a pensare a una soluzione. La sua idea principale era quella di utilizzare questi tubicini di carta prodotti nella fabbrica dove lavorava per bere, ma non era possibile con la stessa carta visto che, appena avveniva il contatto con il liquido queste si “scioglievano”e perdevano la loro solidità.

Così cominciò con diverse prove, iniziò a prendere diverse strisce sottili di carta e ad incollarle molto accuratamente attorno ad una matita per aumentare la resistenza in modo da ottenere una forma tubolare.



Successivamente capì che la carta ideale per realizzare questi strumenti tubolari era quella che si utilizzava per i pacchi, la carta manila, perché conteneva paraffina, una sostanza che rendeva la cannuccia impermeabile.

Ma fin dall’inizio Stone si accorse che non era una cosa facile, il metodo impiegato necessitava di molto tempo con un numero di cannucce prodotte basso.

Finalmente, dopo molti tentativi, nel 1888 fu brevettata la prima cannuccia grazie a Marvin Stone e alla “Stone Straws Comporations”.

Nel 1937 Joeseph Friedman, inventò la famosa cannuccia pieghevole. L’idea di creare una cannuccia pieghevole venne al giovane inventore quando vide sua figlia, seduta al bancone, faticare a bere con una classica cannuccia dritta. Il padre, inventore e con una spiccata creatività, prese una vite e la inserì all’interno della cannuccia di carta, aiutandosi con del filo interdentale creò delle “ondulazioni” (quelle che vediamo ancora oggi nelle cannucce pieghevoli) intorno alla vite e dopo aver rimosso quest’ultima, la cannuccia si piegava perfettamente. Il 28 settembre 1937 aveva così brevettato la “Drinking Tube”.





Nel 1939 Friedman fondò la “Flexible Straw Corporation”, ma a causa della seconda guerra mondiale, i processi per la produzione e realizzazione di questo progetto rallentarono.





A fine anni ‘40 la Flex Straw Company iniziò la produzione di cannucce con i macchinari creati dallo stesso Friedman e con l’aiuto economico della famiglia. Nonostante l’idea iniziale fosse nata osservando la figlia bere al bancone, la prima vendita avvenne ad un ospedale nel 1947, vista la forma “pieghevole” permetteva ai pazienti distesi a letto di bere facilmente i liquidi.

Nel 1969 la Flex Straw Company vendette i suoi brevetti alla Maryland Cup Corporation.


Oggi


Ad oggi le cannucce prodotte ed utilizzate maggiormente sono di plastica (Polipropilene). La plastica risulta un materiale durevole, leggero, maneggevole ma soprattutto economico.

Ma perché bisogna evitare le cannucce di plastica?

Le cannucce di plastica, dopo essere state usate per decenni nella quotidianità da milioni di persone nel mondo, sono diventate ultimamente l’icona delle cattive abitudini alla quale bisogna trovare un rimedio, perché?

Innanzi tutto sono prodotte partendo dal petrolio, un combustibile fossile quindi una risorsa limitata, che ha un evidente impatto ambientale. Non sono biodegradabili e per decomporsi possono metterci anche 500 anni, decomposizione che comporta la creazione di piccolissimi pezzi, le microplastiche. Un prodotto che viene utilizzato per pochi minuti e resta per sempre nell’ambiente. Ebbene si, perchè le microplastiche con il passare degli anni contaminano suolo e acque. Acque come mari e oceani dove vivono miliardi di animali, che ingerendo queste micro-plastiche espongono l’uomo a sostanze chimiche attraverso la catena alimentare ogni giorno. Quindi tutto questo si ripercuote non solo sugli animali marini, ma anche sull’uomo. Per esempio il 18% dei tonni che arriva sulle nostre tavole contiene micro-plastiche!


Fortunatamente da molti anni esistono alternative alle classiche cannucce di plastica. Alternative che, a seconda del materiale, hanno diversi difetti e non sono sostenibili.





Le cannucce di carta si posizionano come l’alternativa più popolare alla plastica, anche se molte di queste riscontrano diversi problemi. Dopo qualche minuto a contatto con il liquido diventano “molli”, perdendo la loro rigidità. Inoltre molte delle cannucce di carta utilizzate non sono insapori e possono alterare il sapore di ciò che si sta bevendo, dalla bibita al cocktail.

Un altro aspetto fondamentale da considerare è che le cannucce di carta sono un prodotto usa e getta, monouso, e molte volte non sono riciclabili o biodegradabili per colpa dei materiali che troviamo all’interno (colle, coloranti o sbiancanti).

Le cannucce di acciaio sono un'ottima alternativa durevole, anche se possono alterare il gusto non essendo insapore al 100%.

Le cannucce di vetro sono insapore e perfettamente riutilizzabili. Molto belle ed eleganti a livello estetico essendo trasparenti, l’unico lato negativo è la fragilità. Insieme alle cannucce di acciaio sono le alternative più “riutilizzabili” ma anche le più care.

Le cannucce di bambù sono biodegradabili ed organiche ma purtroppo hanno una vita breve rispetto quelle in vetro o acciaio e non sono (tutte) lavabili in lavastoviglie.

Le cannucce di alga marina, lanciate da una start-up americana sono l’alternativa biodegradabile alla plastica. Queste cannucce non sono solo biodegradabili ma sono anche commestibili, al loro interno non troviamo sostanze tossiche, plastiche o chimiche, solo alga marina al 100%. Visivamente sono uguali alle cannucce di plastica, con la differenza che queste possono essere… mangiate!


Conclusione(?)


All’interno dei bar la cannuccia priva il consumatore di una parte di esperienza nel caso di un buon drink, bastano pochi centimetri più in “alto” per non sentire più determinati profumi emanati dal bicchiere.

Se l’intenzione è quella di eliminare le cannucce e tutto il monouso in plastica, allora è necessario eliminare qualsiasi cannuccia usa e getta. La maggior parte delle alternative che abbiamo visto non sono sostenibili e producono un rifiuto. Quindi come disse qualcuno… “Non fare lo Strawnzo, bevi senza cannuccia!”


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